Questo è un argomento molto richiesto perché ci coinvolge davvero tutti, nelle diverse discipline e fasce d’età, in particolar modo, sensibilizza l’attenzione da parte dei genitori che spesso si trovano a dover scegliere e valutare se dar modo ai propri figli di frequentare le lezioni, durante un periodo di malattia.
Per chi pratica regolarmente i corsi, il momento di “pausa da malattia” può diventare un vero tormento, perché oltre a fare i conti con il malessere del momento, bisogna accettare di rinunciare, anche se spesso per un breve periodo, all’attività che più ci piace e che ci fa stare bene!
Cominciamo nel dire che ogni situazione è soggettiva e che, siamo diversi gli uni dagli altri. Quindi è di fondamentale importanza saper fare una valutazione personale e di consultare il proprio medico curante, ad eccezione ovviamente dei più piccoli a cui penseranno i genitori.
Distinguiamo innanzitutto alcuni possibili tipi di malanni che tutti possiamo contrarre occasionalmente:
- Febbre e virus: si consiglia di interrompere l’attività fisica; per se stessi, soprattutto se associati a brividi e malessere generale, ma soprattutto per non contagiare gli altri
- Disturbi respiratori e tosse: se presenti con sintomi di lieve entità non impediscono di svolgere un’attività fisica, basta eseguire l’allenamento con moderazione cercando di vestirsi in modo adeguato per evitare sbalzi di temperatura e sudorazioni abbondanti.
- Influenze, raffreddori e malanni stagionali: se di lieve entità, la prevenzione dei cosiddetti malanni stagionali, si basa fondamentalmente su l’applicazione di norme igienico-comportamentali, che riducono la diffusione dei microrganismi patogeni da persona a persona, durante l’attività e negli spogliatoi. Se trattasi invece di forti influenze e forme virali, vanno assolutamente interrotte tutte le attività sportive, per un periodo breve o più lungo in base al consiglio del medico.
- Dolori articolari e forti stati infiammatori: è sconsigliato frequentare le lezioni, per evitare in questo modo di conseguire l’avanzamento dello stato momentaneo della malattia e per dar modo al corpo di riprendersi nel più tempo breve possibile. Si può assistere comunque alle lezioni, magari seduti, per non perdere le spiegazioni degli insegnanti
Ci tengo a precisare che le forme di malattia a cui tutti possiamo incorrere, sono numerose e di diverse tipologie. Possono durare qualche giorno o in altri casi settimane, pertanto la cosa migliore da fare è quella di valutare in base ai sintomi e allo stato generale fisico della persona, consultando sempre il proprio medico curante o in altri casi uno specialista.
Le norme generali ed igienico sanitarie da attuare, per noi e per chi ci sta attorno, sono diverse e spesso dipendono dal nostro buon senso e dal nostro senso civico. Si dovrebbero mettere in pratica non solo durante l’attivo della malattia o durante l’autunno-inverno, ma in ogni altro momento dell’anno a prescindere dalla specifica disciplina praticata.
Dobbiamo cercare di fare una netta distinzione delle varie situazioni in modo da poter decidere se frequentare o no le lezioni, in base all’entità dei sintomi ed allo stato di malessere generale del nostro organismo.
Non dimenticate che il nostro corpo sa comunicare i propri bisogni; se proviamo ad ascoltarlo riusciremo a metterci in contatto con lui. Quindi nei casi più importanti, se ci si sente troppo stanchi e i disturbi diventano limitanti, il mio consiglio è di fermarsi, restare a riposo e concedersi il tempo di recuperare salute ed energie.
Nei casi lievi, dove siamo consapevoli di poterci comunque allenare, ricordiamoci che l’attività fisica e la danza sono il miglior modo per mantenersi in forma, agendo su corpo e spirito. L’esercizio fisico costante, commisurato alle potenzialità individuali, migliora le difese immunitarie, diminuisce il rischio di contrarre forme influenzali e a seconda di come lo si pratica, può essere un vero toccasana anche nei momenti dove non ci sentiamo particolarmente “ in forma”!
Quindi concludo dicendo di non demordere al primo raffreddore ma di non diventare dei supereroi quando non è necessario …
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— Chiara Saccon —