Buona fortuna? No, grazie! “merda, merda, merda!”

SUPERSTIZIONI TEATRALI

Origine di un rito condiviso da tutti i ballerini

Vi sarà capitato di assistere ad un saggio o a uno spettacolo teatrale, siete seduti in attese dell’inizio, le luci si abbassano, il sipario sta per aprirsi…e dal palco sentite arrivare delle voci. Cosa sta succedendo? I ballerini si stringono in un cerchio costruendo una sorta di torre con le mani e urlano : “merda, merda, merda!”, espressione scaramantica diffusa nel mondo dello spettacolo pronunciata per sostituire il vietatissimo “buona fortuna”. Un gesto semplice, intimo che trasmette l’adrenalina giusta per affrontare il palco.

Perché proprio questa formula?

Due sono le possibili spiegazioni.

  1. La prima, nonché la più attendibile, fa risalire l’origine di questa espressione al XVII secolo, quando il pubblico, quasi esclusivamente appartenente al ceto alto e medio borghese, si recava a teatro in carrozza. La presenza davanti al teatro di molti escrementi lasciati dai cavalli significava che erano presenti molte carrozze e quindi molto pubblico: quanto più erano abbondanti gli escrementi davanti al teatro dopo lo spettacolo, tanto maggiore era stato il guadagno. Dire “merda”, in origine, equivaleva quindi ad augurarsi che si riempisse il teatro, mentre oggi è diventato un generico augurio di riuscita dello spettacolo.
  2. La seconda spiegazione è meno attendibile ma più divertente. L’attore Tristano Martinelli, vissuto a Mantova tra 1557 e il 1630 e inventore dalla maschera di Arlecchino, oltre a recitare nelle più importanti e rinomate compagnie viaggianti del tempo, si esibiva spesso “in solitario”, per un ristretto pubblico di cortigiani e regnanti che pagavano queste sue performance singole a peso d’oro. Si narra che durante un’esibizione per il re di Francia Enrico IV di Borbone ,entrato in scena nei panni di Arlecchino con in mano un vaso da notte, diede le spalle al pubblico, si sbottonò i pantaloni e fece finta di defecare. Martinelli aveva in realtà riempito il vaso di castagnaccio fumante che si mise a tirare contro il pubblico gridando: “Merda, merda per tutti!! Prendete!!! Porta fortuna!!!”. Le dame di corte, terrorizzate e convinte si trattasse di cacca vera, iniziarono a scappare. Ma Enrico IV, che era uomo di spirito, appena si accorse che si trattava di castagnaccio, rise fino alle lacrime e, per il meraviglioso spettacolo offerto, lo ricoprì d’oro.
    Il racconto si diffuse rapidamente ed ancora oggi augurare tanta merda ad un artista significa invocare un grande successo!

Buona fortuna? no, grazie!

Fare gli auguri di “buona fortuna” o di “buono spettacolo” è considerato malaugurante praticamente in tutto il mondo. Probabilmente questo dipende dalla convinzione che augurando qualcosa di buono possa poi realizzarsi il contrario. Questo augurio viene quindi sostituito da espressioni più colorite.
Nella tradizione anglosassone si utilizza l’espressione “break a leg” (“rompiti una gamba”). L’origine esatta di questa locuzione è sconosciuta ma l’ipotesi più accreditata fa riferimento ad un’espressione arcaica che indicava il gesto d’inchino dell’attore durante gli applausi del pubblico. In Germania l’augurio è ulteriormente rafforzato: “Hals und Beinbruch!” (“rompiti una gamba e il collo”). In Australia, invece, si usa l’espressione “chookas!” che non ha un significato preciso.
Nei Paesi di lingua neolatina, similmente all’Italia, l’augrio è “Tanta Merda!” (“Merde!” In Francia, “Mucha Mierda!” in Spagna e“Muita Merda!” in Portogallo).

Ricordatelo prima del prossimo spettacolo, quando le luci si spegneranno prestate attenzione, dietro alle quinte ballerini in fermento si staranno stringendo in cerchio tenendosi per mano e sussurrando “Tanta Merda” . Uno dei tanti piccoli gesti che li faranno entrare in scena più sicuri.

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